Finalmente ci arriva dalla tipografia la ristampa di La Repubblica del catch, l’ultimo fumetto (in ordine di produzione) di Nicolas de Crécy.
Noi lo abbiamo portato in Italia nel 2016 a pochi mesi dall’uscita in Francia e in Giappone. Giappone, proprio così. Questo libro nasce infatti grazie al prestigioso invito, raramente concesso ad un autore occidentale, di realizzare un manga per il pubblico giapponese.
La Repubblica del catch è uscito a puntate tra il 2014 e il 2015 per la rivista giapponese Ultra Jump ed è poi stato raccolto e pubblicato in un unico volume dall’editore Shueisha e in Francia da Casterman.
Solo grazie all’invito dei giapponesi Nicolas interrompe la sua “pausa di riflessione” che dopo una carriera ventennale lo aveva tenuto lontano da vignette e balloon per quattro anni.
In occasione della ristampa abbiamo deciso di rendere disponibile qui sul nostro blog, la postfazione al libro in cui Nicolas racconta la sua esperienza giapponese.
«La Repubblica del catch è stata concepita per un editore giapponese, Shueisha, con un titolo leggermente diverso: プロレス狂想曲, che potrebbe essere tradotto con «La folle sinfonia del catch». Era una proposta eccezionale e un’occasione unica per un autore francese di poter realizzare, in totale libertà di espressione, un «manga» pubblicato a puntate (fra l’agosto 2014 e il marzo 2015) sulla rivista Ultra Jump, una delle più importanti dell’arcipelago.
Questo permetteva di mostrare la potente forza culturale del fumetto francese invertendo il rapporto fumetto – manga, la cui esportazione avviene soltanto in una direzione. Questo in scala ridotta, senza dubbio, ma l’essenza stessa di questo scambio fa risaltare una vera e propria apertura da parte dei giapponesi.
Il problema di questa esperienza risiedeva nel linguaggio comune che dovevo mettere a punto per toccare il pubblico nipponico, mantenendo però l’unicità del mio universo e del mio stile grafico. La mitologia shintoista di spettri e divinità, i famosi yokai, come anche la cultura mafiosa tipicamente giapponese della Yakuza, mi hanno ispirato l’idea dell’antagonismo fra un esercito di lottatori (al servizio dei mafiosi) e il loro specchio contrario, un esercito di spettri che rivendicano le loro debolezze come una forza. La difficoltà tecnica consisteva nel ritmo di realizzazione, molto più veloce in Giappone – i disegnatori lavorano con vari assistenti – con circa 25 pagine al mese. Questa velocità implica la messa a punto di una tecnica specifica, e all’occorrenza di un tratto di penna deciso aiutato dalle sfumature d’inchiostro in bianco e nero.
La mia narrazione segue la pratica giapponese; dinamica e fluida, più simile a uno storyboard di un cartone animato che a un racconto letterario.
La versione originale del libro, ovviamente in giapponese, è apparsa contemporaneamente alla versione francese edita da Casterman.»
Straordinario ibrido tra bandé dessinée e manga, La Repubblica del catch è l’ennesimo esempio del genio artistico di Nicolas de Crécy, autore visionario, capace di innovarsi ed evolversi a ogni opera, restando però sempre fedele al suo universo creativo, mescolando nella stessa storia, tavola dopo tavola, il lirico e il grottesco, la dolcezza con la crudeltà, il reale con l’assurdo, in mondi fantastici dove tutto è possibile.