Descrizione
Visa Transit – Volume 2 Nicolas de Crécy
Estate 1986. Dopo aver attraversato a bordo di una vecchia e scassata Citröen Visa l’Europa dei visti e delle frontiere, Nicolas de Crécy e suo cugino Guy varcano i muri dell’Est Socialista e giungono nella città che più di tutte rappresenta il passaggio tra due mondi: Istanbul.
Senza una meta precisa ma con il solo obiettivo di arrivare più lontani possibile, si spingono poi nel cuore della Bielorussia. Qui, il viaggio nella memoria di De Crécy si popola di altri ricordi della sua vita e, sotto il costante controllo dello scrittore Henry Michaux (in forma ectoplasmatica), si espande a riflessioni sull’arte di Chagall, Malevič, Turner.
Un mondo diviso in blocchi, come è quello degli anni ’80, è lo spunto giusto per De Crécy per dare vita a un viaggio senza confini territoriali, temporali né tantomeno mentali. Più che di un solo viaggio, Visa Transit racconta il viaggiare nel suo significato più profondo e libero.
Rassegna stampa
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Wired
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Il Manifesto
“Leggere Visa Transit è come entrare nell’intimità dell’autore, passeggiare nella sua mente e nei suoi ricordi, assaporare le sue sensazioni e rivivere le sue esperienze. Tutto è descritto in maniera apparentemente spontanea, come un flusso di coscienza continuo che non si cura dell’andamento classico di una storia, ma è governato dalle regole della memoria. Questa è la magia di Visa Transit.”
Discorsivo
“Quello di De Crécy è un viaggio di formazione pieno di malinconia e di grandissima forza evocativa. In questo “road movie” il maestro del fumetto alterna la geografia del reale a quella frastagliata – a volte labile e a volte acutissima – della memoria, usando la sua poetica onirica per un racconto politico importante e necessario.”
ArtsLife
“Si potrebbe dire che Visa Transit non è un fumetto su un solo viaggio, ma un fumetto sul viaggio, o meglio sul misto di spaesamento e di libertà che ci prende quando siamo lontani da casa.”
Doppiozero
“Un viaggio della memoria? Certamente, ma c’è dell’altro. Perché Visa transit non solo custodisce il passato, ma abbraccia – con speranza – il futuro. Che, a prescindere dalle strade battute, dagli stop e dai percorsi (ahinoi) obbligati, merita di essere vissuto. Prima ancora che percorso.”
Inside Art
“Un racconto autobiografico, un viaggio tra luoghi fisici e paesaggi interiori attraverso le frontiere del sé e della storia.”
Lo Spazio Bianco
“Un autore poetico e visionario, con una capacità espressiva fuori dall’ordinario in grado di scavare nei meandri più oscuri e profondi dell’animo umano.”
Una Banda di Cefali
“De Crécy affida al lettore una piccola diapositiva dell’Europa dell’epoca, raccontando di cosa significasse viaggiare in un periodo storico in cui il turismo di massa e low cost non si era ancora diffuso”
Radical Ging
“De Crécy ci aveva già abituati a pagine di altissimo livello e anche qui non delude per un solo momento.”
A Clacca Piace Leggere
“Nicolas de Crécy racconta e disegna questo rocambolesco viaggio autobiografico con il chiaro intento di parlare delle frontiere, tanto difficili da attraversare trent’anni e passa fa quando semplici sono da valicare oggi. Ovviamente, solo per qualcuno.”
Il giro del mondo attraverso i libri
“Accompagnando i testi con colori caldi e pieni, affiancati da onomatopee e da linee aggrovigliate e dinamiche, Nicolas de Crécy riesce a trasmettere graficamente l’idea di ‘ricordo’ e ‘passato’, agevolando così la fluidità dei suoi stessi ricordi e del racconto.”
Modulazioni Temporali
“Visa Transit è un viaggio attraverso ogni confine, da quelli territoriali a quelli temporali, un’esperienza che ci ha trasmesso una sensazione di pura libertà.”
Comix Island
“Nostalgia di un’epoca mai vissuta, per chi non c’era ancora, ma anche nostalgia dei tempi andati per chi invece gli anni ’80 li ha vissuti in pieno, quando tutto era più difficile da ottenere e allo stesso tempo la vita sembrava più scorrevole. Questo è quello che si prova nel leggere Visa Transit, che con una narrazione leggera e al contempo visionaria, racconta lo scorrere dei ricordi di un’esperienza avventurosa, in cui anche solo il dover mostrare un visto al confine poteva essere un momento denso di eccitazione e incertezze.”
Tom’s Hardware