Descrizione
The Infinite Wait di Julia Wertz
Se in Drinking at the Movies. Un anno a New York Julia Wertz raccontava le tragicomiche avventure del suo primo anno a New York, in The Infinite Wait racconta buona parte dei suoi primi trent’anni di vita attraverso i mille lavori che ha fatto, i libri e le biblioteche che ha amato e la gravissima malattia autoimmune che l’ha colpita a vent’anni. L’autrice racconta tutte quelle cose che fanno crescere un po’ alla volta: i primi lavoretti da bambina per comprarsi i dolcetti, la scoperta del suo talento da cameriera, le volte che è stata licenziata perché ha fatto casino. I posti in cui ha vissuto, con i momenti belli e quelli brutti, e per ogni città una biblioteca con i libri che l’hanno accompagnata: quelli che contengono mondi da esplorare, quelli in cui cercare risposte quando si hanno domande che non si riescono a fare a voce. E poi il Lupus Sistemico, una malattia che l’ha bloccata in casa per un lungo periodo e che però le ha fatto scoprire i fumetti rendendola quello che è oggi: una delle fumettiste indipendenti americane più amate proprio perché parla di se stessa, con autoironia e senza censura, raccontando con sincerità ogni situazione in cui si è trovata, sia quelle complicate che quelle più comiche o imbarazzanti.
Rassegna stampa
“Quando ho letto Drinking at the movies non ero a conoscenza della malattia di Julia Wertz e mi ha colpito molto la forza dell’autrice che traspare dalle pagine, la consapevolezza che se non si fosse ammalata non sarebbe mai arrivata a diventare una fumettista. Ma non c’è tristezza o rassegnazione in queste pagine: Julia vive e va avanti per la sua strada, seppur tra mille difficoltà e problemi, senza perdere mai il suo umorismo e la sua autoironia.”
Leggendo a Bari
“Julia Wertz è un’autrice ironica, diretta, pungente e ha il grandissimo talento di riuscire a parlare a tutti nonostante, in fin dei conti, racconti episodi della sua vita. Mi piace considerare Drinking at the movies una sorta di manifesto per tutti quelli che lasciano casa e si trasferiscono in una nuova città, mentre The infinite Wait un po’ ti insegna che anche quando la vita ti mette a dura prova, bisogna sempre cercare di trovare il lato positivo, e anche gli episodi a volte più insignificanti, contribuiscono alla crescita personale. L’importante è andare avanti senza mai perdere l’umorismo e l’autoironia.”
Una banda di cefali
“Se c’è una cosa che si intuisce subito della Wertz è il tono sferzante e ironico, nonché un tratto assolutamente caratteristico e personale, difficile da confondere con altri. L’autrice si presenta subito senza peli sulla lingua fin dall’introduzione […]”
L’Indiependente
“L’autrice, grazie al suo stile e alle bellissime tavole monocromatiche, racconta tutte quelle cose che le hanno permessa di farla crescere un po’ alla volta parlando di se stessa, con autoironia e senza censura […]”
Il Mondo di Chri
“I libri – ma non tutti – che hanno accompagnato il nostro 2020”
Modulazioni Temporali