Descrizione
L’appetito di Serena Guidobaldi
L’Appetito è una storia sul cibo, la sua abbondanza, la sua assenza. Il suo potere. Tra 1700 e 1800 a Parigi c’era un commercio molto particolare: quello degli avanzi alimentari. Questi, recuperati prima dalle cucine di Versailles, poi da ristoranti e cucine private dei nuovi ricchi, erano lo strumento grazie al quale lo Stato, con la connivenza della borghesia, controllava l’ordine pubblico sfruttando il mercato della fame. Nello stesso periodo, a Roma, la fame era appannaggio della Chiesa: si chiedeva in cambio del cibo l’iscrizione dell’anima ai registri delle parrocchie. Sono queste le coordinate storiche e geografiche entro cui – fra mercati maleodoranti, mense popolari parigine e viuzze di Roma – si muovono i protagonisti del romanzo: l’erede di una famiglia francese di venditori di avanzi e un miserabile parroco romano. L’autrice non si accontenta di raccontare la loro storia, la amplia e dialoga con il lettore attraverso una ricca rete di rimandi, fatti di note a margine e brevi stralci di un copione teatrale, a ricordarci le nostre responsabilità come spettatori di una lotta senza quartiere incentrata su potere e fame, e non ancora finita.
Rassegna stampa
“Controllare la fame, controllare la plebe. Il cibo è potere nel romanzo L’Appetito.”
La Lettura, Il Corriere della Sera
“Il cibo, oltre che una sanissima (e benvenuta) dimensione di piacere, può vantare realmente una dignità culturale alta; e il suo studio e la sua storia, seriamente condotti, sono preziosi per illuminare non solo su quanto siamo stati – le tradizioni alimentari – ma su quel che siamo e stiamo diventando. Ciò per dire che un testo come L’appetito di Serena Guidobaldi, un’autrice che di cibo e relativa comunicazione si occupa professionalmente (oltre a frequentare in parallelo il ben diverso mondo del fumetto), è di enorme interesse e permette riflessioni provocatorie sull’oggi a prescindere dal fatto che la storia narrata corra tra Sette e Ottocento – termina nel 1824.”
Carmilla
“Fare rete è nel dna della città. Quello che si fa per aiutare chi ha fame diventa un caso da studiare. Anche per sfatare tanti luoghi comuni”
La Repubblica
“Senza preoccuparsi di esserlo, L’Appetito si rivela attualissimo.”
La Stampa
“Un romanzo che pone al centro di tutto il cibo come simbolo e strumento di potere, quello economico e quello spirituale.”
Gambero Rosso
“L’Appettito è un romanzo avvincente, da leggere tutto d’un fiato, ricco di riferimenti storici, citazioni e dovizia di particolari, frutto di una ricerca durata diversi anni.”
Riciblog
“C’è una storia d’amore, ci sono divagazioni e approfondimenti, poesia e sangue, autentiche passioni e strategie di ingegneria sociale”
Intravino
“L’Appetito è un libro da leggere, per prendere posizione di fronte al concetto di abbondanza.”
InCucina
“Il cibo è il tavolo su cui si consuma lo scontro sociale e il potere detta legge”
La Guida
“Nell’epoca dell’ossessione del cibo come esaltazione spettacolare e sociale o come questione etica, ‘L’appetito’ chiama il lettore a prendere posizione di fronte al concetto di “abbondanza” che, generando avanzi, diventa esercizio di potere.”
Linkiesta
“Durante la lettura, grazie anche al lavoro di Giuseppe Palumbo, veniamo catapultati in un carnevale oscuro dove tutto è maschera e verità. Questa sensazione è amplificata dallo stile dell’autrice, che ricorda le atmosfere vive e gli odori de Il Profumo di Süskind e quella commedia nera che fa venire in mente certe scene del Pasticciaccio.”
Radical Ging
“Trentacinque libri per Natale”
Identità Golose
“Le chiacchiere stanno a zero, e davanti alle istanze sociali bisogna smettere di essere spettatori ma scendere in piazza e sporcarsi le mani.”
Raffaella Prandi
“Un racconto denso nel tema e pure nel tipo di scrittura, tutta da masticare e quasi da metabolizzare.”
Luciano Pignataro Wine & Food Blog
Leggerissimo – Podcast
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